Il Delitto di Via Poma è avvenuto il 7 Agosto del 1990.

Alle 21,30 di quel giorno viene rinvenuto il corpo di Simonetta Cesaroni all’interno dello studio, in Via Carlo Poma, dove lavorava saltuariamente. 

Simonetta è riversa a terra. 

Il suo corpo ha ricevuto 29 coltellate che non le hanno lasciato scampo.

Dettagli ormai noti sono che la vittima è stata rinvenuta con in dosso solo il reggiseno ed i calzini.

Le scarpe sono state trovate vicino alla porta di ingresso posate ordinatamente.

Tutto il resto quali i fuseaux che indossava, la giacca, gli slip, gli orecchini, il braccialetto, il girocollo, vengono portati via senza essere mai stati ritrovati.

Nel corso dei 32 anni trascorsi sono state effettuate innumerevoli indagini.

Sono state indagate diverse persone, tra cui il fidanzato Raniero Busco, il datore di lavoro Salvatore Volponi e il portiere dello stabile Pietrino Vanacore.

Tutti in seguito scagionati dalle accuse.

E’ ancora fitto il mistero che avvolge la morte di Simonetta Cesaroni.

Dalle notizie pubblicate dal Foglio, nuove indagini e nuovi interrogatori si stanno svolgendo in questi giorni a Piazzale Clodio, a Roma.

La pm Ilaria Calò, come scritto sul quotidiano “ha già interrogato diversi testimoni ed altri sono stati convocati”.

Ilaria Calò è lo stesso magistrato che ha sostenuto l’accusa contro l’ex fidanzato della Cesaroni, Raniero Busco, scagionato in via definitiva nel 2014.

Da quanto si apprende sempre dal Foglio, le indagini sono concentrate verso un personaggio che ruotava intorno all’omicidio di Simonetta Cesaroni, fin dalle prime ore dopo il delitto.

A distanza di anni, ed in possesso di nuove tecniche investigative, sono nate delle discrepanze negli alibi del sospettato.

Le indagini sul delitto di Via Poma sembrano essere state ufficialmente riaperte.