Il 29 Maggio del 2016 era un Sabato come tutti gli altri.

Sara, 22 anni, sta tornando a casa dopo un’uscita serale. Non sa di essere pedinata da Vincenzo Paduano, il suo ex ragazzo.

Vincenzo non ha accettato la fine della loro relazione.

Già da tempo la pedinava, le mandava messaggi su whatsapp, la chiamava, la minacciava che “gliel’avrebbe fatta pagare a lei e al suo attuale ragazzo”.

Sara confida alle amiche cosa Vincenzo sta facendo. Lo dice anche al ragazzo che sta frequentando, ma non pensa realmente che Vincenzo potesse degenerare e passare dalle parole ai fatti.

Quella maledetta sera, invece, Vincenzo ha tutte le intenzioni di porre fine al suo dolore.

Sara Di Pietrantonio

Mentre Sara percorre Via della Magliana, a Roma, viene speronata da un’altra auto e costretta a fermarsi al lato della strada.

Dalle ricostruzioni e dalla confessione dello stesso Paduano, lui prima è salito in macchina di Sara ed hanno cominciato a discutere.

Poi versa dell’Alcool addosso a Sara e all’interno della macchina.

Sara scende e comincia a correre, chiedendo aiuto alle due uniche macchine passate di li quella notte.

Nessuno si ferma o chiama i soccorsi. Le stesse persone hanno dichiarato di non aver percepito che la ragazza fosse in pericolo ed il fatto di fermarsi in una strada buia non è stato preso in considerazione ma visto più un pericolo per loro stessi. Purtroppo si porteranno i sensi di colpa sempre nel cuore.

Nel frattempo Paduano segue Sara e la raggiunge a 50 metri di distanza dalla macchina. L’aggredisce, le mette le mani al collo, la strangola. Subito dopo le da fuoco.

Raggiunge la macchina di Sara e da fuoco anche a questa, nella “speranza di nascondere le tracce”. La lascia li, in fiamme mentre torna al suo lavoro di vigilante.

Il culmine di una situazione che aveva dato i suoi segnali di pericolosità ha dato i suoi frutti. L’apice è stato raggiunto.

Paduano ha confessato quello che ha fatto per poi definirsi “un Mostro”.

Nel primo grado di giudizio è stato richiesto il carcere a vita.

Nel secondo grado di giudizio la pena è stata abbassata a trenta anni di reclusione, includendo il reato per Stalking nella condanna.

Nel mese di Aprile 2019 la Cassazione ha ordinato un nuovo processo ritenendo che lo Stalking non poteva essere incorporato nella sentenza.

Nel nuovo processo d’Appello dovrà essere giudicato per omicidio e stalking.

Concetta Raccuglia, la mamma di Sara, uscendo dal Tribunale ha dichiarato “ Spero che tutto questo dolore possa servire per altre ragazze, altre donne che si trovano in questa difficile situazione dello stalking psicologico” e che la Corte “ha fatto oggi qualcosa per gli altri, è stato riconosciuto lo stalking come reato autonomo dall’omicidio e punito in presenza di una violenza invisibile