Attraverso le nuove tecnologie è possibile la clonazione delle impronte digitali. Basta una fotografia
A partire dalla fine degli anni 800, grazie a Sir Francis Galton, abbiamo considerato l’univocità delle impronte digitali.
Ogni impronta digitale corrispondeva ad un singolo individuo, e non esistevano al mondo due persone con le stesse impronte digitali.
Dal 1892, anno in cui venne risolto il primo caso di omicidio grazie alle impronte digitali, ad oggi rappresentano un ruolo importante nelle tecniche di indagine investigativa.
Nel corso degli anni e con l’avanzamento di nuove tecnologie , le impronte digitali vengono utilizzate come password univoche di accesso a smartphone, servizi bancari e dati sensibili.
Se non fossero, poi, così sicure?
Ricerche sulla sicurezza
Uno studio di ricercatori dell’Istituto di Ingegneria della New York University ha dimostrato che è riuscito a ricostruire le impronte digitali di un gruppo di studenti aderenti all’esperimento.
Il loro scopo era quello di dimostrare che pur ricostruendo una percentuale più bassa dell’intera impronta digitale, bastava per sbloccare uno smartphone.
La superficie di riconoscimento dell’impronta è minore rispetto all’intera forma di conseguenza questo basta per entrare nella privacy delle persone.
Nel 2015, ad una convention di Hacker, Jan Krissler ha evidenziato i pericoli che possono incorrere nell’affidarsi completamente alla tecnologia di sicurezza.
Lo stesso Krissler ha ammesso di fidarsi molto di più delle sue password che delle proprie impronte digitali.
Durante la conferenza ha dimostrato come è stato possibile clonare le impronte del Ministro della Difesa Tedesco, l’attuale Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen.
Per l’acquisizione delle impronte non è stato necessario avere a disposizione un oggetto toccato dal Presidente von der Leyen, ma delle semplici fotografie acquisite da internet.
Krissler ha dichiarato che avendo recuperato una serie di foto a distanza ravvicinata e di diversa angolazione, ha riprodotto e stampato in 3D le impronte digitali, confermate in seguito appartenere al Ministro della Difesa Tedesco.
Tali impronte sono state usate per sbloccare un cellulare con successo.
Il modo più semplice per appropriarsi delle impronte digitali è attraverso i selfie che gli utenti si scattano.
Facendo con la mano qualsiasi segno, dall’ok al pollice alzato, si offre su un piatto d’argento ai malintenzionati l’accesso nella vostra vita.