Scene come quelle che stiamo vivendo in questo periodo le abbiamo ascoltate dai racconti dei nostri nonni. Le hanno ricordate i nostri genitori. Le avevamo viste solamente su qualche fotografia o su di una pellicola Cinematografica.

In questa guerra non ci sono bombardamenti. Il nemico si muove intorno a noi o ci usa come tramiti per raggiungere gli altri, i più deboli o i più predisposti a soccombergli.

Nei primi giorni di Marzo, quando il Nord Italia stava già in grosse difficoltà per dare un supporto medico dignitoso a tutti, al Centro Italia si cominciava a percepire il pericolo di questo nemico.

Già a Roma le Aziende Ospedaliere avevano cominciato ad interdire gli ingressi presso i reparti a persone esterne, quindi tutti coloro che avevano un genitore, un figlio in Ospedale poteva parlare con lui solo tramite i medici e per telefono.

Molti anziani si sono trovati soli, in un letto estraneo, con soli volti estranei intorno a loro e non capivano questo abbandono improvviso dalle persone a lui amate.

Molti di loro, affetti dal Morbo di Alzheimer, si sono sentiti abbandonati senza riuscire a capire.

Il dolore dei famigliari era palpabile, ma eravamo solo all’inizio.

I numeri dei decessi giornalieri ha raggiunto cifre assurde da accettare. La media è di almeno 600 decessi in 24 ore. Il 27 Marzo è stato il giorno più buio contando 969 decessi.

Le strutture funebri sono al collasso. I feretri sono messi tutti insieme in grandi strutture.

Per aiutare i forni crematori è dovuto intervenire l’Esercito per far si che venissero trasferiti in paesi limitrofi.

Pazienti che solo con l’aiuto di tanti medici ed infermieri riescono a dare l’ultimo saluto ai propri cari attraverso una telefonata o una Videochiamata.

I familiari che non hanno potuto stargli accanto non possono neanche riprendere il loro feretro per fargli avere l’estrema unzione ed una sepoltura adeguata.

Il dolore dietro a questa tragedia che strappa via i propri cari e non concede neanche la possibilità di andarli a piangere sulla tomba.