La morte è uno stato definitivo che coincide con l’arresto assoluto ed irreversibile delle attività vitali. Il concetto di morte è infatti legato alla perdita delle funzioni indispensabili per la vita (cardiaca, respiratoria e nervosa) e alla irreversibilità di tale perdita.

La morte reale o morte clinica o somatica, corrisponde al momento in cui viene rilevato con mezzi obiettivi l’arresto delle funzioni anzidette, cioè quando l’individuo non presenta più segni clinici di vita. Essa coincide con la morte legale la quale segna il momento estintivo della persona fisica nei riguardi del diritto.

La morte apparente consiste nella perdita di coscienza e della sensibilità generale, immobilità del corpo, apparente cessazione del moto del cuore e del respiro tanto che l’individuo appare morto. Possono manifestare tale sintomatologia i soggetti affetti da letargia isterica, commozioni cerebrali, sincopi, crisi di M.A.S. con bradicardia permanente, folgorazione, assideramento o inanizione, intossicazione da alccol e stupefacenti, coma uremico.

Il graduale estinguersi delle attività organiche ha suggerito l’identificazione di tre fasi della morte:

  • morte relativa: è caratterizzata dalla cessazione delle attività vitali, senza possibilità di reversibilità spontanea, ma possibile con manovre rianimatorie (arresto cardiaco intraoperatorio, post-infartuale, post-traumatico) che devono essere tempestive prima che l’arresto di circolo produca danni irreparabili ai tessuti nervosi;
  • morte intermedia: le funzioni vitali sono definitivamente spente, senza possibilità di recupero, ma persistono temporaneamente attività elementari e incoordinate a livello cellulare;
  • morte assoluta: avviene con la cessazione anche dell’attività cellulare residua.

La sopravvivenza di una cellula è inversamente proporzionale al suo fabbisogno d’ossigeno. Prima muoiono le cellule nervose, poi quelle cardiache, infine gli elementi dei tessuti di sostegno.

Persistono la peristalsi intestinale spontanea 2 h, i movimenti vibratili delle mucose respiratorie 12-30 h, l’attività secretoria delle ghiandole digerenti, la motilità degli spermatozoi, l’attività fagocitaria degli istiociti e leuociti, i processi cariocinetici del midollo osseo 24-48 h, la sensibilità delle arteriole all’adrenalina 48 h.

Il cuore, a distanza di 24 h dalla morte, continua a presentare movimenti fibrillatori dell’atrio destro.

Ogni vita residua viene a cessare quando si esauriscono le riserve di ossigeno e inizia l’acidificazione dei tessuti dando origine ai Fenomeni Cadaverici.