Cosa si intende per analisi dello Stub e a cosa serve

Nel momento in cui avviene un reato per mezzo di un’arma da fuoco vengono effettuati dei rilevamenti  specifici atti a rilevare prove inerenti alle tracce che lascia un colpo di pistola, come la tecnica del BPA utilizzata per lo studio della dinamica delle tracce ematiche.

Per una breve cronostoria si può rammentare che i primi tentativi di riconoscimento delle micro particelle delle polveri da sparo  risalgono al 1890 ad opera di Paltauf, il quale dimostrò la presenza di carbossiemoglobina ed acido nitroso nel sangue e sui tessuti in prossimità delle ferite da arma da fuoco. Rilievi che furono confermati da Meyer nel 1908.

Nel 1911 Wellnstein e Korbert misero a punto un metodo di rilevazione dei nitrati sulle mani del sospetto colpevole.

Nel 1922 Benitel introduce la tecnica del “Guanto di paraffina” attraverso la quale, impiegando la paraffina allo stato liquido sulle mani del soggetto sparatore, evidenziava la presenza di polvere da sparo.

Metodo che con il tempo è stato abbandonato in quanto i reagenti necessari per l’identificazione evidenziavano anche la presenza di fertilizzanti, saponi, residui di tabacco combusto ed altre sostanze, rischiando di incolpare persone innocenti con dei falsi positivi.

Attualmente lo studio delle micro particelle conseguenti ad uno sparo sono conosciute con l’acronimo G.S.R. (Gun Shot Residues) ed ogni micro particella sferoidale è formata dalla contemporanea presenza di Piombo, Bario ed Antimonio.

L’investigatore ha a disposizione un particolare kit con tutte le indicazioni e procedure da eseguire per un corretto rilievo ai fini del repertamento.

Lo Stub è un particolare tampone ideato per il  recupero delle micro particelle ai fini delle analisi. In seguito ai rilievi è necessaria una corretta interpretazione dei risultati.

Un esito positivo non significa esplicitamente che il soggetto esaminato abbia personalmente esploso il colpo. Come un esito negativo non dimostra il contrario.

Il tutto va letto secondo dei specifici criteri. In un ambiente chiuso le particelle si spargono su tutti i soggetti presenti al momento in cui il colpevole materiale ha fatto esplodere il colpo.

Delle particelle, per esempio, potrebbero essere trasportate inconsapevolmente dagli O.P.I. intervenuti sulla scena.

Inoltre,  essendo delle particelle volatili,  quanto prima si effettua l’esame dello stub tanto più’ saranno attendibili i risultati.

Un altro fattore che può compromettere il successo della ricerca delle particelle è scoprire se il sospettato si sia lavato le mani.

Sono da tenersi in esame, quindi, diversi fattori che vanno considerati in base al lasso di tempo che intercorre tra l’atto omicidiario ed il momento dell’effettuazione dell’esame dello Stub, considerando così tutte le modifiche che potrebbero essere avvenute durante quel lasso di tempo.