Il Killer dello Zodiaco era solito colpire le proprie vittime con colpi di arma da fuoco (solitamente una 9mm) anche se spesso ricorreva anche ad armi da taglio.

Rivendicava i propri omicidi e non voleva assolutamente essere confuso con altri killer. Dopo aver colpito le sue vittime chiamava le forze dell’ordine per farne trovare i corpi.

A causa dei mitomani fornì dettagli sulle aggressioni o spedì feticci degli omicidi precedenti come nel caso del tassista Stine, i cui lembi di camicia venivano spediti insieme a lettere e crittogrammi.

Ha addirittura dichiarato che nell’immediato successivo al delitto di Paul Stine si fermò a parlare con degli agenti di Polizia che poco dopo lo salutarono per rispondere ad una chiamata.

Tenne l’America sulle spine con i suoi rebus ad alcuni dei quali ancora non si è riuscito a trovare risposta. Non utilizzando codici criptati convenzionali, ne ha reso impossibile la decifrazione.

Quando venne accusato di aver fatto esplodere una bomba in una stazione di Polizia di San Francisco lui inviò una lettera nella quale affermò di non esserne il responsabile.

Seguito da un altro biglietto contenente uno schema di una bomba che, però, avrebbe usato contro uno scuolabus se non avessero pubblicato i suoi scritti.

Passava da omicidi di singoli individui a minacce di morte attraverso ordigni esplosivi.

Sempre in contatto con le fonti giornalistiche voleva essere sicuro che il suo messaggio arrivasse. Ma quale messaggio? Sicuramente che lui era riuscito a sfuggire alla Polizia per tutto quel tempo senza che nulla potesse ricondurre a lui.