Studio della fauna necrofaga per stabilire l’Intervallo Post Mortale
L’Entomologia Forense si occupa dello studio degli insetti e degli animali invertebrati (artropodi) che colonizzano un cadavere (fauna necrofaga).
Per Intervallo Post Mortale (PMI) si intende il lasso di tempo che trascorre dal momento del decesso al ritrovamento ed analisi del corpo.
Capire il PMI è fondamentale nella datazione di un evento delittuoso. Questo fattore influisce nello stabilire se un sospettato di omicidio ha un alibi o meno per il momento in cui si è stabilito sia avvenuto il delitto.
Il ritrovamento di un cadavere non avviene sempre subito dopo la morte per questo il medico legale deve avvalersi di una serie di analisi.
I primi che vengono analizzati su di un corpo sono chiamati Fattori Tanatologici e sono:
- Il decadimento della temperatura corporea
- La rigidità cadaverica
- Le ipostasi
Tali fattori aiutano il medico legale a stabilire l’epoca della morte nell’arco delle 80 ore successive al decesso.
Successivamente entrano in gioco gli animali necrofagi.prendendo il sopravvento sul cadavere.
Lo studio della presenza di questa fauna rappresenta un vero e proprio orologio della Morte.
Alcuni gruppi di insetti rappresentano i veri protagonisti negli eventi di decomposizione cadaverica.
L’osservazione dell’attività di questi animali, su corpi umani o animali in decomposizione, ha delineato l’aspetto applicativo dell’Entomologia su di una scena del crimine.
Inizialmente l’Entomologia veniva applicata esclusivamente per il calcolo del PMI, ad oggi viene applicata anche nei campi della tossicologia e della biologia molecolare.
Nell’ambito di un sopralluogo giudiziario su di una Scena del Crimine è di fondamentale importanza la corretta raccolta delle evidence (prove).
I titolari delle indagini, in seguito alle loro conoscenze inerenti all’importanza dell’Entomologia, attueranno il protocollo di raccolta e mantenimento delle prove.
Determinazione dell’intervallo di colonizzazione
Gli insetti e gli altri antropodi vengono richiamati dagli odori della consunzione organica e raggiungono il cadavere seguendo un tipico schema che prevede un susseguirsi di specie (chiamate ondate in successione).
Ogni specie viene attirata dai diversi stadi di decomposizione del cadavere di cui sono predatori.
Al fine di calcolare il tempo intercorso dalla morte esistono due approcci principali:
- la determinazione delle specie e dello stadio di vita degli insetti in relazione alle condizioni ambientali. Utile per comprendere un tempo di morte breve, protagonisti della prima ondata, sono i Ditteri (le mosche comuni) che portano a termine il proprio ciclo di vita.
- lo studio della natura della biocenosi (comunità di specie che vivono in un determinato ambiente) presente sul cadavere. Utile per comprendere il tempo di morte lungo.
Gli insetti della prima ondata (mosche) arrivano sul cadavere pochissimo tempo dopo il decesso.
Depositano le uova nel substrato del corpo in decomposizione. Le uova si trasformano in larve che contribuiranno, cibandosi, al decadimento organico.
Le larve costruiscono un guscio conosciuto come pupe che si trasformeranno, infine, nell’insetto adulto e dando vita ad un altro ciclo.
Le ondate successive arrivano in base all’ambiente che li circonda. Variano a seconda del clima, della stagione e della zona geografica (insetti tipici della zona).
Inoltre l’attività di degradazione organica attira altri tipi di predatori, quali ratti o uccelli che possono cibarsi dei resti e degli insetti stessi.
Il tempo compreso tra la colonizzazione del cadavere ed il ritrovamento è definito Intervallo di Colonizzazione oppure PMI minino.
L’esperienza insegna, però, che ci sono possibilità in cui non è possibile stabilire quanto tempo sia intercorso dal decesso al momento della prima deposizione delle uova da parte delle mosche nella prima ondata.
I fattori che possono compromettere tale indicatore possono essere fisici (es: immersione, basse temperature, coperture ermetiche, seppellimento ecc.) oppure chimici che agiscono sia sul corpo che sul luogo (es: pesticidi, insetticidi ecc.)
L’intervallo di colonizzazione può essere calcolato anche in caso di miasi.
Le miasi sono colonizzazioni del substrato di un corpo ancora in vita.
La colonizzazione si presenta in lacerazioni e necrosi tissutale. E’ possibile il deposito delle uova di mosca in orifizi o per ingestione involontaria.
La colonizzazione si comporta con lo stesso processo che avviene nel substrato cadaverico, con la differenza che può portare al decesso dell’ospite.
La presenza miasi vengono sottintese e presenti in episodi di maltrattamenti e l’intervallo di colonizzazione aiuta a comprendere da quanto tempo il soggetto è nella situazione di negligenza.