Come vengono riconosciuti i vari ambienti acquatici in Medicina Legale

Negli scenari di morte in ambienti acquatici il medico legale dovrà effettuare delle analisi per stabilire se il luogo del ritrovamento coincide con il luogo dell’atto omicidiario. (Es: il ritrovamento del corpo di Sarah Scazzi in un pozzo di raccolta delle acque, 2010)

Come nelle altre scene di un crimine, vengono prelevati dei campioni di acqua nel luogo del ritrovamento e confrontati con i campioni prelevati dal corpo della vittima.

Un primo indicatore è ovviamente la presenza o meno di salinità dell’acqua ma un ruolo fondamentale nell’identificazione di un ambiente acquatico è dato alle Diatomee.

Diatomee

Le Diatomee sono delle comunità algari e rappresentano una delle più importanti classi di microalghe in ambiente marino e di acqua dolce.

Sono piccoli organismi autotrofi unicellulari presenti sia come individui singoli sia coloniali.

Sono presenti in acque dolci, salate, salmastre, in acque lentiche e correnti.

E’ possibile riscontrare la loro presenza anche su superfici molto umide come le pietre di una fontana (soggetta a schizzi di acqua) e nei ghiacciai.

La caratteristica delle Diatomee è il guscio siliceo che le ricopre e che non si decompone dopo la morte dell’organismo.

I loro gusci, accumulati per migliaia di anni nel fondo dei mari e dei laghi hanno formato dei giacimenti di farina fossile, una specie di sabbia utilizzata in molti processi industriali come filtrante.

Farina fossile

Diverse specie di Diatomee hanno precise esigenze ecologiche come la temperatura o la salinità dell’acqua.

Le diatomee presenti in un determinato ambiente acquatico sono differenti da quelle presenti in un altro (mare, lago, fiume, acquedotto, piscina ed anche la vasca da bagno).

Per questo motivo è possibile scoprire se il luogo dell’annegamento coincide con quello del ritrovamento.

Si effettua un confronto tra le diatomme prelevate dall’ambiente acquatico del rinvenimento del corpo con quelle rinvenute all’interno dei grandi organi compartimentati (midollo osseo, reni, encefalo).

Le diatomee rinvenute all’interno di stomaco e polmoni posso dare un esito falso positivo.

Tale risultato è possibile in quanto le diatomee possono aver raggiunto tali organi attraverso le vie aeree, dopo il decesso.

La possibilità, invece, di raggiungere altri organi è attraverso il flusso sanguigno attivo, ovvero, quando il soggetto è ancora in vita e sta respirando acqua e diatomee.

Negli individui annegati le diatomee si trovano solitamente nel circolo venoso arterioso, penetrate dagli alveoli polmonari, nelle ossa, nel cervello e a volte persino nel midollo osseo.

Fattore che aiuta a comprendere se il soggetto era ancora in vita quando è entrato in acqua.

Anche in uno stesso ambiente acquatico è possibile trovare diatomee che si differenziano a seconda della località, della zona e della stagione.

Esiste, comunque, la possibilità di avere dei falsi positivi.

Le diatomee possono anche essere inalate perché trasportate dall’aria. Come possono anche contaminare il cibo.

In sede di esame autoptico è stata riscontrata la presenza di diatomee in soggetti non morti in seguito ad annegamento.

In altri casi, di contro, non sono state rinvenute in soggetti morti per annegamento.

Quest’ultimo fattore si spiega se l’individuo è deceduto in un ambiente acquatico carente di luce, come i pozzi, o in un determinato periodo dell’anno nel quale le diatomee migrano verso fondali più profondi.

Per i suddetti motivi è di fondamentale importanza che gli operatori subacquei prelevino dei campioni nelle vicinanze del corpo, per poter effettuare le successive comparazioni in laboratorio.