Nerola è un piccolo paesino situato su Via Salaria, alle porte di Roma.
Verso la seconda metà degli anni 40 è stata teatro di diversi omicidi e tutti effettuati dalla stessa mano.
Mano che è stata riconosciuta essere di Ernesto Picchioni . Lui era il Mostro di Nerola. Lui è colui che oggi identificheremo come Serial Killer.
Veniva da una famiglia il cui padre era sempre stato violento ed il nonno un assassino. Lui stesso era manesco con i familiari.
Ernesto era un uomo robusto e tarchiato. Sposato, con quattro figli, viveva a casa con la madre paraplegica.
Nonostante fosse disoccupato passava le sue giornate nelle Osterie a bere e giocare a carte, pagando i conti con i soldi delle malcapitate vittime.
Picchioni aveva escogitato un piano semplice , ma efficace, per attirare le vittime nella sua abitazione. (Tecnica del ragno).
Cospargeva la strada di fronte la sua cascina di chiodi.
Lo sventurato che si trovava a passare di li con la sua bicicletta, un mezzo molto diffuso all’epoca, non poteva non ritrovarsi con una ruota sgonfia.
Così, costretti ad una sosta, chiedevano acqua, un po’ di ristoro o aiuto ad Ernesto.
Utilizzava due specifici metodi di uccisione. Un colpo di fucile oppure un colpo violento alla testa con una chiave inglese.
Alcune vittime sono state seppellite nel proprio orto. Altre sono state gettate in un burrone ed altre ancora seppellite nelle campagne limitrofi di cui non sono mai trovati i corpi.
Una volta neutralizzata, la vittima, veniva derubata dei soldi e di tutti i suoi averi. Bicicletta compresa e con la quale girava, senza timore, per le vie del paese.
A far terminare la serie di omicidi è stata la denuncia e testimonianza da parte della moglie, Filomena Lucarelli, stanca di assistere a tanta violenza.
Arresto di Picchioni Carabinieri in casa Fossa nell’orto
Ernesto Picchioni ha confessato di aver ucciso 8 persone, tutti uomini, in tre anni anche se si pensava ce ne potessero essere molti di più.
Sono stati rinvenuti solo 4 corpi, due dei quali nel proprio orto.
Pietro Monni, avvocato, si è fermato per la notte a casa del Picchioni. Venne ucciso mentre dormiva con un colpo di fucile alla testa. Venne sepolto nell’orto.
Alessandro Daddi, impiegato del Ministero della Difesa venne ucciso con un colpo di chiave inglese che gli fracassò la testa. Anche lui sepolto nell’orto.
Un ragazzo di 13 anni e un uomo con folti baffi, entrambi sconosciuti, sono stati trovati sotto ad un burrone.
Venne condannato a 2 ergastoli più 26 anni per omicidio plurimo.
In aula fece una sfuriata perché non voleva passare per pazzo.
Nel momento in cui viene letto il verdetto di condanna commentò dicendo: “Cun ste femmine nun se po’ sta securi mai…” (Serial Killer in Italia – P. De Pasquali)
Ernesto Picchioni è morto in carcere il 9 Settembre 1967.