Leonarda Cianciulli è parte integrante della Storia della Criminologia Italiana, famosa per essere la Saponificatrice di Correggio.
E’ Stata una madre amorevole da una parte ed una spietata assassina seriale dall’altra.
Chi era Leonarda Cianciulli?
Leonarda nasce a Montella (AV) il 14 Aprile 1894. La sua nascita è il frutto di uno stupro subito dalla madre in giovane età. Stupro che si è tramutato in matrimonio.
Il padre muore quando Leonarda aveva 18 anni.
La sua infanzia è stata ricca di dispiaceri. La madre non l’ha mai voluta e la trattava in malo modo.
Le ricordava ogni giorno che non sarebbe mai dovuta nascere.
Era una bambina bruttina e tarchiata. Soffriva anche di attacchi di epilessia.
La stessa Leonarda ha dichiarato che tentò per ben 2 volte il suicidio. La prima volta venne salvata mentre tentava di impiccarsi ed anche in quell’occasione la madre non disdegnò di dirle che le dispiaceva che era ancora viva.
Nel secondo tentativo di impiccamento la corda si ruppe.
Con il passare del tempo venne promessa in sposa ad un cugino. Però lei si sposò, a 23 anni, con Raffaele Pansardi.
La madre, il giorno prima delle nozze, la maledisse per non aver sposato il cugino.
Inoltre, in punto di morte, le augurò una vita piena di sofferenze.
Queste maledizioni segnarono per sempre, oltre che il rapporto con la madre, la sua fragilità psicologica.
Si fece anche leggere la mano da una fattucchiera che le disse:
“Ti mariterai, avrai figliolanza, ma tutti moriranno i figli tuoi”
La Cianciulli ebbe ben 17 gravidanze di cui 3 aborti, 10 morti bianche e 4 figli sopravvissuti.
Fu costretta a cambiare casa in quanto nel 1930 viveva a Lancedonia ed in seguito al Terremoto del Vulture ( un sisma di magnitudo 6.7, con epicentro tra Lancedonia e Bisaccia) che le distrusse casa si trasferirono a Correggio, in Corso Cavour 11 – terzo piano)
Il marito perse il posto di lavoro e girovagava per le Osterie, le finanze erano disperate.
Leonarda comincia a commercializzare abiti e mobili e riesce a stabilizzare le finanze.
Ricevono il rimborso per la perdita della casa a Lancedonia e può mandare i figli a scuola.
Il marito intanto se ne va di casa.
Leonarda è sola. La Seconda Guerra Mondiale è alle porte ed ha il terrore che l’amato primogenito fosse richiamato alle armi. Gli altri due stanno ancora studiando e la più piccola va ancora all’ asilo.
Una notte le compare la Madonna che le consiglia di fare dei sacrifici per avere salva la vita dei figli.
Dopo tutti i figli che ha visto morire è sopraffatta dal terrore di vedere morire anche gli altri quattro. E’ ossessionata da questo pensiero. Lei stessa dichiarerà:
“Non ho ucciso per odio o per avidità ma solo per amore di mamma”
Lo dichiara anche nell ’intervista sottostante, effettuata mentre era nel manicomio giudiziario di Aversa.
Gli Omicidi
Leonarda Cianciulli mette in pratica i suoi omicidi tra il 1939 ed il 1940.
Le sue vittime sono tre donne, sue amiche, anziane e sole.
Dedicatosi alla chiromanzia ospitava le donne che volevano prevedere il loro futuro.
La prima fu Faustina Setti, di settant’anni. La Setti voleva sapere dalle carte se avrebbe finalmente trovato marito.
Leonarda le disse che le carte erano favorevoli e dopo qualche giorno le disse che un suo amico di Pola, benestante, aveva accettato di sposarla.
Faustina doveva trasferirsi a Pola così vendette le sue proprietà e prima di partire andò a salutare la sua amica.
Leonarda la accolse e, mentre sorseggiavano un caffè, la aiutò a scrivere delle cartoline che avrebbe spedito Faustina una volta giunta a Pola.
Finito di scrivere Leonarda tramortì Faustina a colpi di scure.
Il sangue che fuoriusciva lo mise in un contenitore. Fece a pezzi il corpo e lo fece bollire insieme alla soda caustica che aveva acquistato per fare del sapone.
Di quel bollito se ne sbarazzò gettandolo in uno scolo vicino casa, del sangue lo fece seccare in forno. Diventato farinoso lo aggiunse alla farina, allo zucchero, al latte, al cioccolato, alle uova, alla margarina e ne fece dei biscotti da offrire alle donne che la andavano a trovare.
Anche lei ed il figlio primogenito, Giuseppe, ne mangiarono.
Giuseppe, girando per lavoro, venne convinto dalla madre ad andare a Pola e spedire le cartoline scritte da Faustina che salutava gli amici dicendo di stare bene.
Il figlio eseguì senza troppe domande.
La seconda a cadere nella tela tesa dalla Cianciulli fu Francesca Soavi.
Sognava di andare via da Correggio, non necessariamente per un matrimonio, anche un lavoro le bastava.
Per lei Leonarda le trovò un posto di lavoro presso il collegio di Piacenza.
Anch’essa, prima di partire, andò a salutare l’amica. Anch’essa scrisse delle cartoline e venne tramortita sempre a colpi di scure.
Il destino del corpo fu lo stesso della Setti. Le cartoline le spedì sempre Giuseppe da Piacenza, come aveva ordinato la madre.
Non avendo ricavato molti soldi dalla Soavi, giorni dopo disse che prima di partire per lavoro Francesca l’aveva delegata di vendere mobili e tutto quello che aveva.
La terza ed ultima vittima fu Virginia Cacioppo.
Virginia viveva in miseria ma avendo un trascorso come cantante lirica ostentava ancora di indossare abiti scollati.
Leonarda le promise un lavoro di segreteria presso un impresario di Firenze che l’avrebbe messa in contatto con il mondo teatrale.
Di lei Leonarda disse:
“Finì nel pentolone, come le altre due (…); la sua carne era grassa e bianca, quando fu disciolta vi aggiunsi un flacone di colonia e, dopo una lunga bollitura, ne vennero fuori delle saponette cremose accettabili. Le diedi in omaggio a vicine e conoscenti. Anche i dolci furono migliori: quella donna era veramente dolce”.
Tutte e tre le donne non dissero nulla a nessuno di quanto promesso dalla Cianciulli perchè lei stessa consigliò il silenzio per motivi scaramantici.
Virginia però aveva una cognata che si insospettì della sua improvvisa scomparsa. Ne parlò con il questore di Reggio Emilia.
Le indagini portarono ad un sospettato che però dichiarò di avere ricevuto dalla Cianciulli le proprietà della Cacioppo.
Altre indagini portarono tutte verso Leonarda e considerata come una donna che non poteva avere la forza di uccidere da sola indagarono anche il figlio Giuseppe.
Alla fine la Corte stabilì che la Cianciulli era stata l’unica a commettere gli omicidi ed il figlio era un inconsapevole complice colpevole solo di aver spedito le cartoline su ordine della madre.
Il 20 luglio 1946 la Cianciulli viene quindi ritenuta colpevole dei tre omicidi, del furto delle proprietà delle vittime e del vilipendio dei cadaveri, e perciò condannata al ricovero per almeno tre anni in un manicomio criminale e a trent’anni di reclusione
Venne fatta una perizia dal professor Filippo Saporito, docente all’Università di Roma e direttore del manicomio criminale di Aversa, riuscì a convincere la giuria solo della seminfermità mentale dell’imputata, seguendo le teorie di Cesare Lombroso, l’attuale padre della Criminologia
Saporito, in realtà, aveva chiesto la totale infermità mentale causata da una psicosi isterica.
Leonarda cianciulli morirà dopo 24 anni di carcere, il 15 Ottobre del 1970 in seguito ad un apoplessia cerebrale.
Nel 1975, non essendo reclamato da nessuno, il corpo della Cianciulli venne messo nell’ ossario del cimitero di Pozzuoli.
La suora carceraria disse di lei:
«Malgrado gli scarsi mezzi di cui disponevamo preparava dolci gustosissimi, che però nessuna detenuta mai si azzardava a mangiare. Credevano che contenessero qualche sostanza magica.»
Augusto Balloni, Neuropsichiatra, riesaminando il caso disse che Leonarda Cianciulli era affetta da gravi disturbi di personalità che si manifestano prevalentemente attraverso il “disturbo istrionico e narcisistico di personalità con tratti sadici, schizoidi e paranoidi”
Leonarda è stata una assassina seriale visionaria che uccideva per scopi economici.
Gli strumenti utilizzati dalla Cianciulli per uccidere erano un martello, un seghetto, un coltello da cucina, le scuri, una mannaia e il treppiede.
Attualmente sono esposti presso il Museo Criminologico di Roma.