«Pensionato, 450 lire mensili, conoscerebbe signorina con mezzi, preferibilmente cameriera, scopo matrimonio»

Questa l’inserzione che il Serail Killer nostrano faceva pubblicare alla ricerca delle sue sventurate prede.

La storia e lo studio della criminodinamica ci insegnano che un Assassino Seriale compie i suoi primi omicidi prima dei trent’anni di età. Le statistiche non sbagliano, infatti, menzionano anche le eccezioni.

L’eccezione che prendiamo in esempio in questo caso si chiama Cesare Serviatti. Un uomo nato a Roma nel 1875 e che comincia la sua serie di omicidi a partire dal 1928, dopo aver compiuto cinquant’anni.

Cesare è un uomo paffutello, bassino con degli spiritosi baffi sul viso. E’ sposato ed ha avuto come curriculum diversi posti di lavoro, dal macellaio all’infermiere.

I suoi delitti somigliano molto a quelli di Henri Landru (Francia 1915) e per questo venne soprannominato il “Landru del Tevere” oppure il “Landru de noantri”.

Il Serviatti, attraverso l’annuncio sopracitato, attirava le sue vittime bisognose di amore. La selezione era molto accurata. Sceglieva solamente coloro non avessero parenti ed amici. Donne sole, benestanti, in cerca d’amore.

Ogni vittima veniva uccisa nel sonno dopo aver passato una notte di intimità ed amore col Serviatti. Non si escludono fenomeni di necrofilia da parte dell’assassino anche se non lo ha mai dichiarato. Comunque Serviatti rientra nella sfera di coloro che uccidono per il mero ritorno economico con manifestazioni di Necrosadismo: mutilazione e scempio di cadaveri con cui aveva avuto rapporti sessuali.

Il suo terreno di caccia era molto vasto, infatti, una delle vittime a lui riconosciute fu Pasqua Bartolini Tiraboschi (La Spezia) uccisa, fatta a pezzi e gettata in un pozzo.

Poi fu il turno di Bice Maragucci (Roma) anch’essa uccisa e fatta a pezzi. I suoi resti sono stati messi in dei sacchi e gettati nel Tevere.

L’ultima, per la quale in seguito fu scoperto, fu Paolina Gorietti, stessa sorte delle altre. Questa volta, però, decise di mettere le parti del corpo in due valige e farle partire con il treno in due destinazioni diverse. La Spezia-Napoli e La Spezia-Roma.

Il punto in comune, La Spezia, diede il via ad un’escalation delle indagini che ben presto portarono la Polizia a fare irruzione nella casa romana di Serviatti.

Confessò di aver ucciso almeno sette donne ma fu possibile solamente attribuirgliene con certezza tre. La moglie, seppur complice nella ricerca delle malcapitate, si è sempre dichiarata estranea agli omicidi. Non aveva mai immaginato che il marito, una volta sedotta la vittima e venir in possesso dei suoi soldi, la uccidesse.

Serviatti fu condannato a morte per fucilazione nel 1933.

Modus Operandi: lanciava l’esca di un amore e di matrimonio, attirando le prede verso la sua ragnatela per poter avere un ritorno economico