I Fenomeni Cadaverici racchiudono tutte le modificazioni che un corpo subisce dopo il decesso.
Si suddividono in Fenomeni abiotici immediati e consecutivi e Fenometi trasformativi distruttivi e speciali.
I Fenomeni abiotici dipendono dalla cessazione delle attività vitali e perciò sono segni negativi, sono suddivisi in:
- Immediati, in quanto si rendono evidenti appena si arrestano le funzioni cardiaca, respiratoria e nervosa;
- Consecutivi, che compaiono ad una certa distanza dalla morte per effetto e come conseguenza diretta della cessazione delle attività vitali, mentre perdurano i fenomeni della vita residua.
I Fenomeni trasformativi determinano profonde trasformazioni dell’aspetto e della struttura del cadavere, sono perciò segni positivi e si suddividono in:
- a) ordinari, rappresentati da processi che portano alla distruzione autolitica e putrefattiva della materia organica e alla decomposizione del cadavere;
- b) speciali, consistenti in processi legati a condizioni ambientali particolari, le quali provocano una decomposizione anomala del cadavere, talora temporanea, altre volte definitiva.
Fenomeni abiotici immediati
Rappresentano i primi segni esteriori della morte e consistono nella assenza di motilità, respiro, battito cardiaco, polso arterioso, coscienza, riflessi pupillari e corneali. Questi segni esteriori non hanno valore di certezza per la diagnosi di morte.
Fenomeni abiotici consecutivi
Raffreddamento del cadavere. Col cessare delle attività vitali produttive di calore il cadavere va incontro ad un progressivo raffreddamento fino a livellarsi con la temperatura ambiente.
Disidratazione. L’arresto della circolazione ematica blocca il rifornimento di liquidi ai tessuti, per cui l’evaporazione transcutanea comporta una disidratazione proporzionale allo spessore cutaneo, è quindi molto più manifesto nei cadaveri di feti o piccoli bambini.
Eccitabilità neuromuscolare. L’eccitabilità dei muscoli striati si attenua 5 ore dopo la morte e, rigidità a parte, scompare dopo 8-12 ore, estinguendosi per prima nei muscoli più piccoli ( le basse temperature e la morte rapida la fanno durare più a lungo).
Quando la contrazione da stimolazione osteo-tendinea accenna a scomparire si può ancora ottenere una risposta positiva stimolando i tronchi nervosi con corrente elettrica.
Acidificazione Nel cadavere la reazione dei liquidi e dei tessuti diviene nettamente acida per l’accumulo dei cataboliti acidi nei tessuti (ac. lattico e fosforico). L’acidità cessa col sopraggiungere della putrefazione, la quale dà luogo ad un’alcalinità dei tessuti per formazione di basi ammoniacali.
L’acidità post-mortale del cadavere è un segno certo di morte poiché l’ambiente acido dei liquidi e dei parenchimi è incompatibile con la vita.
Ipostasi. Col cessare della circolazione il sangue si deposita nelle regioni declivi del cadavere e riempie i vasi del derma facendo comparire nella cute una colorazione rosso vinosa (macchie o lividure cadaveriche). Ciò determina un contrasto fra le parti elevate che impallidiscono e restano asciutte e quelle declivi che diventano umide, succulente e colorate.
Rigidità cadaverica. Conosciuta anche con il termine Rigor Mortis è la particolare rigidità muscolare che acquista un cadavere dopo un certo periodo dalla morte ed è uno dei segni riconoscibili di quest’ultima.