Col cessare della circolazione il sangue si deposita, per la forza di gravità, nelle regioni declivi del cadavere e riempie i vasi del derma facendo comparire nella cute una colorazione rosso vinosa (macchie o lividure cadaveriche). Ciò determina un contrasto fra le parti elevate che impallidiscono e restano asciutte e quelle declivi che diventano umide, succulente e colorate.

Nella posizione supina le ipostasi si formano alla nuca, al dorso e alla faccia posteriore degli arti; nella posizione prona le ipostasi sono ventrali: negli impiccati si formano nelle parti distali degli arti, disposte a guanto o a calzino; negli annegati sono disposte al viso, alle spalle e nel torace anteriore.

Le ipostasi mancano nei punti di appoggio del cadavere al piano rigido (scapole, glutei, polpacci); la presenza di lacci. indumenti stretti e pieghe cutanee impedisce pure la formazione di macchie ipostatiche.

Iniziano a comparire 1/2 ora dopo la morte, ma sono ancora tenui, sparse e di colore rosa pallido; confluendo si rendono più evidenti dopo circa 3 ore, raggiungendo la massima estensione ed intensità dopo circa 12-18 ore.

Sono precoci ed intense negli stati di fluidità del sangue (asfissie acute, morti improvvise, avvelenamento da anticoagulanti); sono tardive e scarse nelle rapide coagulazioni del sangue (ustioni), nelle disidratazioni (colera) e nella morte per dissanguamento.

Quando la massa di sangue resta fluida ed esercita una forte pressione sui capillari e sulle venule del derma si formano le petecchie ipostatiche (arti inferiori degli impiccati).

Il processo di fissazione dell’ipostasi è graduale.

Inizialmente avviene un semplice riempimento dei vasi da parte della massa ematica, che per qualche tempo resta fluida (ipostasi da replezione).

Nelle prime 6-8 ore dopo la morte lo spostamento del cadavere comporta la scomparsa delle ipostasi in via di formazione e la loro comparsa nelle nuove sedi declivi: Fase della migrazione totale

Tra le 8-12 ore spostando il cadavere si provoca un impallidimento delle ipostasi primitive e la formazione di altre ipostasi tenui nelle nuove sedi declivi: Fase della migrazione parziale, o di fissità relativa.

Dopo le 15 ore le ipostasi non si modificano con gli spostamenti del cadavere: Fase della fissità assoluta.

Il colore delle ipostasi, normalmente rosso vinoso, può assumere altre tonalità a seconda della causa del decesso:

  • assume tonalità cianotica nelle morti asfittiche
  • rosso vivo nell’avvelenamento da CO
  • blu ardesia negli avvelenamenti da sostanze metaemoglobinizzanti
  • rosso acceso nell’avvelenamento da acido cianidrico e cianuri
  • rosso-rosee nei cadaveri degli annegati sia per rallentamento dei processi di ossidazione dovuti alla bassa temperatura, che per diffusione di ossigeno attraverso la cute umida.
  •  colore rosso verdastro quando sopraggiunge la putrefazione.

L’ipostasi si manifesta anche negli organi viscerali (polmoni, encefalo posteriore, meningi, cervelletto, midollo spinale, parete gastrica posteriore e reni) potendo talora simulare uno stato infiammatorio dell’organo.

Le ipostasi sono importanti perché costituiscono un segno certo di morte, essendo legate all’arresto dell’attività cardiaca

Forniscono, inoltre, indicazioni sulla cronologia della morte.

Sono un segno di posizione del cadavere e degli spostamenti di esso ed infine aiutano ad identificare alcune cause di morte.